Dare di Matto

Il Matto non ha numero. Il Matto è matto solo se è circondato da un gruppo di persone che hanno concordato quali sono i limiti. Il matto parla per parlare.

Per me il matto, lo scemo del villaggio ed il buffone hanno ruoli differenti, e se per ora ho adottato il concetto di matto espresso nelle descrizione dei tarocchi per gli altri due la vedo così : lo scemo del villaggio fa parte di una famiglia (il villaggio) ed è il capro espiatorio della sua comunità il contenitore di gioie tristezze ed angherie. Il giullare o meglio il buffone è l’ipocrita che danza per il Potere… poter vivere, potere sovrano, poter… bisogno di.

Io dove mi trovo? quali vesti sto portando? Vorrei avere la capacità di alcuni amici e molti conoscenti di trasformarmi in Giullare per questi regnanti immaginari che sono i Follower. Il to be in questo memento di isolazione. Ma pur sentendo forte l’esigenza di dire il vero sotto forma di sberleffo non riesco a trasformare, monetizzare questa sacra necessità.

Ben inteso, invidio molto i miei colleghi non li accuso, pagherei per riappropriarmi di quel sano distacco.

Ambisco a fare il Matto, da buon scemo del villaggio. Vi osservo. Giorno dopo giorno, e forse per la natura ambigua del mio mestiere che contiene in se il termine servire che esito a dar di Matto. Continuate a comportarvi come se fossimo in un momento di emergenza, quale sublime ipocrisia. Dal mio punto di vista… appurata l’emergenza dovremmo preoccuparci, *di cosa?! di cosa la fa galleggiare da più di un mese!

sono io che d’ho di matto od avete notato anche voi che la domenica è l’unico giorno della settimana che resta immutato nel tempo e nello spazio?

Questa voce è stata pubblicata il 19 aprile 2020 alle 12:26. È archiviata in notes, risvegli con tag , , , , , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Segui tutti i commenti qui con il feed RSS di questo articolo.

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